giovedì 24 marzo 2011

My name is palmiro 2, di sauro ciantini

Ora che la recensione è uscita su: http://www.comic-soon.com/fumettidicarta posso metterla anche qui. I milioni pagati sull’unghia erano solo per poter avere l’esclusiva. La recensione, ovviamente, era gratis, visto che io recensisco solo per passione e quando sono visitato dallo Spirito Santo.
Ma andiamo a incominciare:
Ho ricevuto il secondo libro di Palmiro per regalo, mentre il primo lo avevo comprato a Lucca, l’anno scorso. E’ accertato che una metà del pianeta conosce Sauro Ciantini per aver pubblicato le strisce umoristiche del suo Palmiro, sul mai dimenticato Comix (e sulla sua agenda scolastica), all’altra metà dell’umanità che ancora non ha avuto il piacere di un incontro ravvicinato con l’anatroccolo piccolo brutto e nero, e la sua terribile Fidanzata Lontana, Ciantini ha dedicato il My name is Palmiro 1, edito nel 2009, da Double Shot. Primo mattone di un lungo progetto intitolato À la recherche du temps perdu composto da ben nove libri.
Mi sono letto questo numero 2 in treno, tra Bologna e Ancona, e devo ammettere che le prime 30 pagine sono volate via in un attimo. Ho perso la dimensione del tempo e questo, quando succede, devo dire che è una delle cose più belle che possano accaderti con un libro in mano.
La prima storia intitolata “La ragazza dei biscotti” è la mia preferita. Visionaria, “piena di nuvole minacciose e basse” come ho letto da qualche parte, e ricca di continue sorprese. Devo dire che tutti gli eventi e i personaggi di questo racconto sono presentati in maniera così semplice, che perfino l’idea di svuotare gli oceani per ripulirne l’acqua, appare come una cosa possibile e naturale.
Inoltre la trama, all’apparenza una storia d’amore adolescenziale tra una lei decisamente particolare e un lui duro di comprendonio come tutti i ragazzi, nasconde al proprio interno molto più di quello che uno immagina a una prima lettura. Mi è capitato infatti di discuterne il giorno dopo con una mia amica, un essere dolce e comprensivo, che mi ha spiegato diverse cosette che a me erano totalmente sfuggite!
Anche i disegni di questa storia sono di grande effetto ma la loro caratteristica principale è che non ti chiedono mai di rallentare il ritmo della storia per guardarli. Procedono assieme. Come in genere succede con la colonna sonora in un film.
Tutto il libro è ricco di citazioni più o meno velate. Come la civetta di pagina 51, un evidente atto d’amore verso un grande come Sergio Toppi, o il tratteggio delle nubi o dell’onda di fango di pagina 34, ricorda Jean Giraud “Moebius”. A me, in alcuni momenti della prima storia, è venuto alla mente un altro grande immortale: Hayao Miyazaki. Col dovuto rispetto.
Le altre storie sono una short story all’americana: scrittura veloce senza troppi fronzoli con finale demenziale, e una storia horror. Un esercizio di stile dove Ciantini sembra essersi divertito a sguazzare nell’inchiostro nero. Una storia tratta da un racconto di Massimo Cavezzali, altro autore importante, che giura di averlo scritto usando proprio una penna appartenuta ad Edgar Allan Poe!
In conclusione: un libro che sinceramente mi ha sorpreso e di questi tempi non è cosa da poco. Divertente quando serve ma anche scritto con amore e molta cura, la solita attenzione che Ciantini ha sempre messo nei sui disegni.
Una vera prova d’attore per questo suo anatroccolo, davvero impegnativa, dalla quale mi sembra che Palmiro ne sia uscito vincitore.
Una bella vacanza, una fuga dalla gabbia rigida della striscia umoristica dove i ritmi di vita sono scanditi da un metronomo, alla libertà apparente della graphic novel.
A questo punto mi chiedo dove la voglia di divertirsi a disegnare di Ciantini porterà il povero anatroccolo piccolo brutto e nero?
Un libro sicuramente fuori dal coro che vale la pena di leggere.
              
My name is Palmiro 2
Sauro Ciantini
Double Shot
64pp - 11 euro.

giovedì 17 marzo 2011

Con un pelo sulla lingua

Siccome ho venduto la recensione dell’ultimo libro di Sauro Ciantini, My name is Palmiro 2, edito da Double Shot, per una montagna di euro, pubblico un’altra recensione che covavo da tempo:  “Con un pelo sulla lingua” di Marian Palla.
Non troverete mai una recensione sulle vicende del detective Wlapr, mentre troverete tante recensioni sulla solita sbobba. “Con un pelo sulla lingua”, edito dalla Poldi libri, è un libro assolutamente da leggere ma soprattutto da possedere. E non nel senso fisico del termine. Ma da tenere sul comodino o al cesso, e da leggere un po’ alla volta. Come si fa con ogni sostanza che provoca danni irrevocabili al cervello.
Si ride spesso, ma di un riso amaro, come al risveglio dopo una notte di sbornia avuta con un pessimo distillato. Perché il sapore è quello di certi detective americani in bianco & nero, ma questo “occhio privato”, e pesto, aggiungerei, è nato nella Repubblica Ceca.
Il risvolto di copertina giura che Marian Palla sia: artista concettuale, scrittore, pittore, musicista, poeta, attore, e performer. Per questo c’è da aspettarsi di tutto. Da noi, se uno scrive non deve ballare, se uno canta non deve scrivere, se uno suona non deve aspirare a fare il regista. E via dicendo. Separazione netta delle carriere.
Questo libro che mi è stato ‘gentilmente prestato’ da un amico alcune settimane fa. Ovvio che ora non potrò più renderglielo ma ancora lui non lo sa. Magari gliene regalerò una copia io per il suo compleanno ad aprile. Sempre se resteremo amici dopo questa bastardata.
E’ impossibile leggersi di seguito tutti i racconti che compongono questo libro, sarebbe come mangiare per 48 ore di seguito delle gelatine. Bisogna insomma frequentare Wlapr con moderazione. A piccole dosi. Come ogni piatto che possiede grande personalità e sapore.
Il godimento però è assicurato. Anche quando vi sembrerà di aver appena letto una cagata. Magari un breve racconto sconclusionato senza né capo né coda, che produce l’effetto come di certe “freddure” che si raccontavano a scuola. Capaci di lasciarti basito da tanta demenza.
Ora andatevelo a ordinare alla Poldi Libri e quando arriverà, sedetevi sulla vostra poltrona sgangherata preferita, rotta, magari con una zampa più corta – ammesso che le poltrone posseggano delle zampe-, e stendete i piedi in avanti e addentratevi nel mondo di Wlarp.
Auguri.


Marian Palla
Con un pelo sulla lingua
Il detective Wlarp e altri misfatti
Traduzione di Michele Sirtori
Formato: 11,5 x 19,5
368 pagine
Prezzo: € 15,00
ISBN: 978-88-902274-6-2

venerdì 21 gennaio 2011

Antonio Tabucchi, 'Viaggi e altri viaggi', Feltrinelli


Ieri sera ho finito di leggere ‘Viaggi e altri viaggi’, l’ultimo libro di Antonio Tabucchi, e mi ha fatto uno strano effetto.
Era tanto tempo che non leggevo un suo libro, dopo ‘La testa perduta di Damasceno Monteiro’ del  1997, chissà perché l’avevo perso.
Ho iniziato a leggerlo immaginandomi che, visto il titolo, avrei viaggiato con lui. Vedendo posti che non conoscevo o vedendo quelli già visti con occhi nuovi. Invece mi sono ritrovato seduto ad ascoltarlo: io ero lì, e lui che mi raccontava con grande pacatezza, della Lisbona di Pessoa, di Congonhas do Campo, in Brasile, de il Jardin des Plantes a Parigi.
Un libro che si è trasformato in un racconto orale fatto da una persona ‘anziana’.
Perché Tabucchi si sente che abita questo pianeta da molto tempo e che ne ha viste e vissute di cotte e di crude, ma invece di trasmetterci noia, o malinconia, o quel senso sotterraneo di delusione o di cinica arrendevolezza ai mali del mondo e della vita, riesce a raccontare le cose con quella pacatezza di chi conosce molte più cose di quello che sembra ma che ha deciso semplicemente di tenere una velocità di crociera.
Poi, oltre la metà, tutto cambia. Non che le cose scritte peggiorino di qualità, solo che cambia il registro, il tono della voce narrante, e per capire bene occorre impegnarsi un po' e fare qualche giro in rete, per informarsi.
Non so se questo libro faccia venir voglia di preparare lo zaino e partire, ma non importa, credo che a Tabucchi questo non interessi. E’ un libro per metà semplice, di quell’intensa semplicità che scalda il cuore, come un buon bicchiere di vino da pasto, e per metà una semplice sommatoria di cose scritte in momenti diversi. Che non è necessariamente una cosa negativa.

…ma oggi si potrà definire ‘anziano’ uno nato nel 1943?

‘Viaggi e altri viaggi’
Antonio Tabucchi
Prezzo di copertina € 17,50
Editore Feltrinelli  (collana I narratori)

giovedì 20 gennaio 2011

L'allegra apocalisse - ARTO PAASILINNA - Iperborea

Ho letto diverse cose di ARTO PAASILINNA, tutte in questo strambo formato dei tipi della Iperborea, e sinceramente vorrei sapere perchè uno debba sganasciare tutto il libro per poterlo leggere con facilità. Perchè le cose scritte verso la parte della cucitura e della colla, non sono davvero di facile accesso! Ma, immagino, che ci sarà un perchè di tale scelta editoriale (un perchè che al momento mi sfugge, come molte cose della vita, specie in questo momento!). Il libro mi è piaciuto, visionario e umoristico come sempre, pieno di buoni sentimenti verso una natura generosa ma anche terribile, e diffidente verso gli uomini specie quelli di Potere. Una scrittura come sempre piena di humor, dove non si ride sguaiati a crepapelle, ma si sorride. Spesso. Solo che il signor ARTO PAASILINNA dovrebbe farmi un favore: riuscire a tagliare ancora 40 pagine da ogni suo libro. Sarei tentato di presentargli l'implacabile Gordon Lish, il famoso editor di Carver, per aiutarlo e rendere questi suoi libri perfetti. Poi ho pensato che gli inverni lì da lui, su al nord, sono interminabili e che quindi così tante pagine diventano essenziali per non morire di noia e arrivare vivi al sorgere del sole!


L'allegra apocalisse
Maailman paras kylä (1992)
Traduzione dal finlandese di Nicola Rainò
I edizione: Ottobre 2010
pp. 320 – € 16,00 - ISBN 978-88-7091-189-3

mercoledì 12 gennaio 2011

Sì, Buon 2011!!!

Un minuto prima di mezzanotte del 2010 ho deciso che avrei dato inizio anch'io, a un blog. Perchè mi piacerebbe fare il Critico e quindi dovrò decidermi a criticare. Libri, fumetti, e forse qualche film o cd musicale. Dipende. Vediamo.
Per adesso è solo un tentativo a costo zero.
Comunque: buon anno al nuovo anno (e a chi vorrà leggermi). Anche fossero solo il mio cane Urgo e la mia gatta Skank.
Mi sono accorto adesso di aver sbagliato la data del mio compleanno! Meglio. Per fare il Critico ci vuole autorevolezza e qualche anno in più non guasta!